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giovedì 7 luglio 2016

Chi era Gustavo Rol?

«...è l'uomo più sconcertante che io abbia incontrato. Sono talmente enormi le sue possibilità, da superare anche l'altrui facoltà di stupirsene» Federico Fellini, 1964

Gustavo Adolfo Rol (Torino, 20 giugno 1903 - Torino, 22 settembre 1994) è stato un Maestro Spirituale italiano del XX secolo, dotato di carismi o siddhi di straordinaria varietà ed estensione, non ancora accettati o comprovati dalla scienza ufficiale, ma in accordo con la tradizione spirituale di tutti i popoli.


Le sue dimostrazioni sperimentali, prodotte quasi sempre in piena luce di fronte a persone di tutte le classi sociali e culturali, sia nella propria casa di Torino che in qualsiasi altro ambiente al chiuso o all'aperto, sono interpretate da centinaia di testimoni e da altri sostenitori come autentici fenomeni paranormali (che Rol chiamava semplicemente "possibilità"), mentre dai critici, composti quasi integralmente da non testimoni e da gruppi scettici di matrice spiccatamente ideologica, come illusioni prodotte con tecniche di prestidigitazione e in particolare di mentalismo.
Durante la sua vita Rol cercò sempre un collaboratore scientifico con sufficiente apertura mentale e maturità spirituale in grado di assimilare il procedimento psicofisico necessario alla comprensione della meccanica dei suoi prodigi, conditio sine qua non per successivamente comprendere e quindi ricreare le premesse per una loro replica da parte di altri. Sfortunatamente, pur avendo mostrato i suoi esperimenti anche a numerosi scienziati (inclusi a quanto sembra Albert Einstein ed Enrico Fermi) non trovò nessuno con le caratteristiche da lui auspicate o semplicemente con il coraggio o il tempo o l'umiltà necessaria a sottostare alle sue premesse che non potevano scostarsi più di tanto dalle regole dell'Iniziazione. Per questo in una lettera pubblicata sul quotidiano La Stampa di Torino nel 1978 e indirizzata al giurista Arturo Carlo Jemolo (che lo aveva invitato dalle stesse colonne del quotidiano a sottoporsi a controlli scientifici) dichiarava:

«Meglio rimanere ignorato da una Scienza ufficiale che non è in grado, per ora, di comprendermi, piuttosto che venire meno a quei principi ai quali mi sono sempre ispirato e con i risultati che tutti conoscono.»

Oltre alla maturità di chi avrebbe dovuto collaborare con lui e poi creare un protocollo sperimentale applicabile alla ripetibilità di una parte della fenomenologia (in particolare gli esperimenti con le carte da gioco, usate come strumento matematico) la difficoltà di Rol era dovuta anche alle caratteristiche stesse del processo attraverso il quale tali esperimenti avrebbero dovuto sfociare in un esito positivo, ovvero uno stato di ispirazione simile a quello dei compositori che non poteva essere condizionato o vincolato da cause esterne che non fossero in sintonia con il suo stato di coscienza.
Di qui il mancato incontro con la comunità scientifica, diventato poi irreversibile a causa delle insinuazioni prive di fondamento del giornalista Piero Angela che era stato accolto in due occasioni a casa di Rol per assistere ai suoi esperimenti. Durante gli incontri Angela, pur non nascondendo a Rol il suo pregiudizio scettico, non ebbe nulla da eccepire su quanto visto, ma successivamente in un libro pubblicato nel 1978 mise in dubbio l'autenticità dei fenomeni e di conseguenza l'onestà di Rol, affermando che senza il controllo di un prestigiatore poteva trattarsi di giochi di prestigio o di ipnotismo, ed omettendo di proposito alcuni episodi rivelatori (la lettura di un libro a distanza a Boston, presso un amico di Angela, da parte di Rol, che stava a Torino in collegamento telefonico, e la materializzazione della firma di Rol su carte e libretti di assegni che il giornalista aveva in tasca che non necessitavano della presenza di un illusionista per rendersi conto della loro autenticità.
Anni più tardi, in una intervista pubblicata su La Stampa, Rol dichiarerà senza nominarlo che Piero Angela «ha mentito su quanto mi ha veduto fare, nel modo che l'ha veduto fare e su quanto mi ha sentito dire. Io sono convinto che egli abbia agito col deliberato proposito di ditruggere in me la dimostrazione di tutto ciò che lo spirito umano può compiere quando si ispira a Dio. Tale comportamento mi fa pensare che egli in Dio non crede affatto, ma io lo attendo per quel giorno quando mi incontrerà nell'Aldilà e gli punterò contro il mio dito indice, non tanto per il dispiacere che può avermi procurato, quanto per l'avere, con il suo comportamento, chiuso quella porta che io avevo socchiuso alla Scienza».
Nello stesso periodo, sempre su La Stampa, Rol scriveva al fisico Tullio Regge, anche lui invitato a casa sua per assistere agli esperimenti (dopo un primo incontro a casa della famiglia Olivetti), e anche lui rimasto scettico (Regge tre anni più tardi sarà proprio con Angela tra i fondatori del C.I.C.A.P.):

«Se un giorno non Le avessi mostrato alcuni miei modestissimi esperimenti, non mi sarei permesso di scriverLe questa lettera. Ricordo come cercai di provarle che esistono fenomeni fuori della norma ove la materia stessa è chiamata in causa e non dipendono soltanto da una particolare disposizione della psiche. (...) Quel rapporto della mente col meraviglioso al quale accennavo verrebbe immediatamente turbato col risultato facilmente intuibile: la distruzione in partenza dell'esperimento. (...) Lei ha veduto da me cose che ho definito modestissime eppure affermo che nessun prestigiatore, anche il più capace sarebbe stato in grado di ripeterle. Per chi mi conosce profondamente e sa come mi comporto ed agisco, è comprensibile che questo tipo di controlli è inutile, anzi inopportuno. Non un prestigiatore, ma un Ricercatore è opportuno. Egli è portato a sostituire con l'interesse e la collaborazione ogni eventuale sua diffidenza. Non è difficile comprendere ed ammettere che nello sviluppo di una collaborazione, ogni forma di controllo, anche la più minuziosa, viene ad essere spontaneamente esercitata. La presenza poi di un Ricercatore rotto a queste esperienze offre la maggior garanzia ai fini di un risultato positivo. Va tenuto in considerazione che io agisco sempre d'impulso in uno stato d'animo che mi viene improvviso e che non so spiegare. È così che ho sperato che fosse proprio la Scienza ad aiutarmi a riconoscere e codificare queste mie sensazioni che sono certo ogni uomo possiede, e sarà la Scienza stessa a rivelare queste facoltà e promuoverle in tutti gli uomini ... »

Quando Rol era in vita, dunque, non fu possibile alcuna sperimentazione scientifica, per la distanza all'epoca incolmabile tra due mondi lontani, la metodologia scientifica classica (peraltro scossa nel corso del XX secolo dai principi e dalle nuove regole della meccanica quantistica, dalle teorie della complessità e da altre teorie legate alla biologia...) e quella che si potrebbe definire la metodologia iniziatico-spirituale ortodossa, antica di millenni.
Stando a Rol tuttavia questi due mondi in futuro si incontreranno.




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