Quanto
la nostra mente e la nostra percezione della realtà possono essere
influenzate da una cultura di base che già mira in una direzione ben
precisa nello sviluppo della nostra personalità?
Educazione,
cultura, arte, radio, telegiornali o documentari che parte hanno nel
radicamento di sillogismi per noi scontati perché radicati nel
nostro processo mentale?
Possiamo
domandarci se fanno parte di un sistema di plagio che porta ogni
singolo individuo alla competizione, all'individualismo sfrenato,
alla poca sicurezza delle proprie capacità, alla poca considerazione
di far parte di una collettività che dovrebbe avere come scopo il
bene comune?
E
se oltre ad influenzare i nostri pensieri, questa costruzione
educativa riesca addirittura ad annullare la nostra volontà di
sentire che possa esserci anche una prospettiva diversa nel vedere la
vita e il mondo che ci circonda?
Il
meccanismo che viene adottato è lento e impercettibile; applicato
già nella tenera età dove la nostra mente, i nostri sensi, sono
come dei recipienti pronti ad assorbire ogni piccolo stimolo che
viene catturato nel mondo esterno.
Cresciamo
nella concezione di essere il frutto di una grandissima lotta di
spermatozoi in competizione tra loro per arrivare ad un ovulo che é
fermo lì, immobile, pronto a subire l'innesco del più spietato, del
più forte, del migliore.
".......È
un lavoro feroce tra gli spermatozoi, ed è il più forte che
riesce.
Questo
è quello che ci c'è stato messo nella mente a scuola ed in realtà
non è così: la metà degli spermatozoi sono sterili, non sono per
riprodursi, la metà!
Milioni
non sono fertili, questi vanno ad aiutare il progresso di un gruppo
di spermatozoi che procedono.
La
vagina e tutti gli organi femminili pongono degli ostacoli e man mano
che superano gli ostacoli si fortificano ed alla fine non vi è il
più forte, ma un GRUPPO di forti che COLLABORANO.
È
una grande collaborazione con l'ovulo che li sta chiamando tutto il
tempo.......giungono al l'ovulo qualche centinaia di spermatozoi e
muovono la coda, fanno ruotare l'ovulo nel senso antiorario, girano,
girano sino a che il più ADATTO entra ma aiutato dagli altri che
stanno girando!
è
una collaborazione assoluta e non una grande battaglia ma un'immensa
collaborazione! NOI NON NASCIAMO DA UNA GRANDE BATTAGLIA E NON
NASCIAMO DA UN OVULO INERTE MA DA UN OVULO TOTALMENTE ATTIVO........"
(JODOROWSKY ALEJANDRO)
Innestano
così il seme della discordia nella mente di un bambino, e i frutti
che coglieranno nell'età adulta saranno del conflitto perpetuo con
il proprio simile, dell'arrivo spietato perché solo il più forte
arriverà alla meta ed al premio ambito, avrà la visione del
Femminile (anche la donna stessa) inerme, ferma, pronta a subire
passivamente qualsiasi cosa il mondo esterno ritenga giusto o
sbagliato per lei.
È
la prospettiva con cui guardiamo il mondo che può cambiare le
cose!
Il
sentirmi frutto di una grande collaborazione, di una squadra di
spermatozoi che lavora insieme, che aiuta il più adatto (non il più
forte)per raggiungere insieme uno scopo comune, mi fa sentire parte
di una comunità prima che il mio individualismo si sia formato, mi
fa sentire l'anello di una catena che insieme collabora ad una
prospettiva comune un qualcosa di talmente alto e grande per cui non
serve il migliore ma unità.
Immaginare
la danza centripeta del l'ovulo come richiamo a questo cammino
intrapreso dagli spermatozoi da quasi la sensazione di avere, nel mio
essere donna, parte della forza di gravità che permette ai corpi di
tendere verso il centro della terra, non mi sento inerme o pronta a
subire anzi questa visione del movimento primordiale mi permette di
comprendere parte della mia natura e che la mia danza è il richiamo
verso una condizione a cui io stessa ambisco e non subisco.
Le
possiamo chiamare infrastrutture mentali e culturali, plagi,
condizionamenti, resta il fatto che io se fossi in voi, prima di
domandare ad un bambino " vuoi più bene a mamma o a papà tu?",
mi domanderei se in lui non stia innestando il seme del dubbio o del
senso di colpa.......
Sara
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