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venerdì 14 agosto 2015

Il rovescio della medaglia

Quanto la nostra mente e la nostra percezione della realtà possono essere influenzate da una cultura di base che già mira in una direzione ben precisa nello sviluppo della nostra personalità?

Educazione, cultura, arte, radio, telegiornali o documentari che parte hanno nel radicamento di sillogismi per noi scontati perché radicati nel nostro processo mentale?

Possiamo domandarci se fanno parte di un sistema di plagio che porta ogni singolo individuo alla competizione, all'individualismo sfrenato, alla poca sicurezza delle proprie capacità, alla poca considerazione di far parte di una collettività che dovrebbe avere come scopo il bene comune?
E se oltre ad influenzare i nostri pensieri, questa costruzione educativa riesca addirittura ad annullare la nostra volontà di sentire che possa esserci anche una prospettiva diversa nel vedere la vita e il mondo che ci circonda?

Il meccanismo che viene adottato è lento e impercettibile; applicato già nella tenera età dove la nostra mente, i nostri sensi, sono come dei recipienti pronti ad assorbire ogni piccolo stimolo che viene catturato nel mondo esterno.
Cresciamo nella concezione di essere il frutto di una grandissima lotta di spermatozoi in competizione tra loro per arrivare ad un ovulo che é fermo lì, immobile, pronto a subire l'innesco del più spietato, del più forte, del migliore.

".......È un lavoro feroce tra gli spermatozoi, ed è il più forte che riesce.
Questo è quello che ci c'è stato messo nella mente a scuola ed in realtà non è così: la metà degli spermatozoi sono sterili, non sono per riprodursi, la metà!

Milioni non sono fertili, questi vanno ad aiutare il progresso di un gruppo di spermatozoi che procedono.
La vagina e tutti gli organi femminili pongono degli ostacoli e man mano che superano gli ostacoli si fortificano ed alla fine non vi è il più forte, ma un GRUPPO di forti che COLLABORANO.

È una grande collaborazione con l'ovulo che li sta chiamando tutto il tempo.......giungono al l'ovulo qualche centinaia di spermatozoi e muovono la coda, fanno ruotare l'ovulo nel senso antiorario, girano, girano sino a che il più ADATTO entra ma aiutato dagli altri che stanno girando!
è una collaborazione assoluta e non una grande battaglia ma un'immensa collaborazione! NOI NON NASCIAMO DA UNA GRANDE BATTAGLIA E NON NASCIAMO DA UN OVULO INERTE MA DA UN OVULO TOTALMENTE ATTIVO........" (JODOROWSKY ALEJANDRO)

Innestano così il seme della discordia nella mente di un bambino, e i frutti che coglieranno nell'età adulta saranno del conflitto perpetuo con il proprio simile, dell'arrivo spietato perché solo il più forte arriverà alla meta ed al premio ambito, avrà la visione del Femminile (anche la donna stessa) inerme, ferma, pronta a subire passivamente qualsiasi cosa il mondo esterno ritenga giusto o sbagliato per lei.

È la prospettiva con cui guardiamo il mondo che può cambiare le cose!
Il sentirmi frutto di una grande collaborazione, di una squadra di spermatozoi che lavora insieme, che aiuta il più adatto (non il più forte)per raggiungere insieme uno scopo comune, mi fa sentire parte di una comunità prima che il mio individualismo si sia formato, mi fa sentire l'anello di una catena che insieme collabora ad una prospettiva comune un qualcosa di talmente alto e grande per cui non serve il migliore ma unità.

Immaginare la danza centripeta del l'ovulo come richiamo a questo cammino intrapreso dagli spermatozoi da quasi la sensazione di avere, nel mio essere donna, parte della forza di gravità che permette ai corpi di tendere verso il centro della terra, non mi sento inerme o pronta a subire anzi questa visione del movimento primordiale mi permette di comprendere parte della mia natura e che la mia danza è il richiamo verso una condizione a cui io stessa ambisco e non subisco.

Le possiamo chiamare infrastrutture mentali e culturali, plagi, condizionamenti, resta il fatto che io se fossi in voi, prima di domandare ad un bambino " vuoi più bene a mamma o a papà tu?", mi domanderei se in lui non stia innestando il seme del dubbio o del senso di colpa.......

Sara


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