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giovedì 10 settembre 2015

Il suono primordiale del Drago ancestrale

Seguito del Post "Nah-Sinnar, il suono di Baktà". Per leggere la prima parte clicca qui

"....sull'abisso primordiale si creò la voragine che partorì BAKTÀ.

Il Drago Ancestrale di Fuoco ne usci fuori e si destò dal viaggio.

Guardandosi attorno vide il Grande Vuoto.

Baktà forse spaventato, forse per la stanchezza che aveva scosso d'improvviso il suo torpore o forse per proteggersi da quel silenzio che aveva intorno, cominciò a rannicchiarsi su se stesso facendosi sempre più piccolo, chiudendo le sue enormi membra fino a diventare un piccolo uovo di fuoco.


Raccolte tutte le sue energie, in quel riposo incandescente, decise di affrontare il grande vuoto fatto di silenzio che lo circondava.
Così, stendendosi velocemente in tutta la sua infinita grandezza, Baktà dispiego le sue enormi ali infuocate, raccolse dentro sè il grande respiro e con tutta la sua energia pervase il grande Vuoto con il suo urlo prorompente.
Quel suono di fuoco così profondo ed esteso vibrò con tale potenza che sembrava fosse esploso tutto il Vuoto stesso.
Le onde sonore, partite dal torace di Baktà con irruenza spaventosa, cominciarono a vibrare, creando dei mulinelli di energia sonora in ogni dove, di diverse grandezze e di diversi suoni, molto simile all' essenza di quel grido primordiale ma di diversa natura.
I piccoli e grandi vortici infuocati vibrando ognuno a suo modo, alcuni molto velocemente altri pianissimo molti altri ancora adagio, crearono melodie che cominciarono a riempire il Vuoto in cui il Drago Ancestrale era finito, e quel movimento ondulatorio nel Vuoto comincio a creare forme di diversa misura.
Come un sasso lanciato in un fiume i cerchi di fuoco si allargarono dando vita alle stelle.
Baktà guardo meglio e scopri che altri vortici, raffreddandosi grazie alla vibrazione del suono da cui erano nati, avevano creato distese di galassie e oltre ancora all'infinito del vuoto prendevano forme di pianeti, di molte lune e altro ancora.
Il suo urlo aveva creato l'esistenza stessa.
Quel grido carico di energia era semplicemente il suono della natura, la melodia che dette inizio all'archetipo della vibrazione che poi avrebbe generato anche il nostro mondo e gli stessi esseri umani.
Baktà fu felice di quella visione, di quella moltitudine di melodie che riempivano quel Vuoto in cui era finito, così, mosso da questo grande sentimento, piegò le suo grandi ali sul suo petto per concentrare tutte le sue energie e mosse su quell'armonia, con la sua zampa possente, il primo passo di danza sino la fine dei tempi."

Sara

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